Precisamente 20 anni fa il Vescovo Mario in una sua lettera pastorale scritta per valorizzare le processioni ricordava "qualunque processione costituisce un valido segno che esprime la realtà stessa della Chiesa: popolo radunato nel nome del Signore, formato di tante persone diverse per età, esperienza cristiana e sensibilità umana, che inneggiando e cantando a Dio, cammina compatto nel mondo verso la gloria eterna" (Lettera pastorale Una Chiesa in cammino. Valorizziamo le processioni, 1,1). La processione del Cristo Risorto che si snoda per le vie del paese a Porto S. Stefano, il mattino di Pasqua, a partire dalle ore 7, è una processione devozionale che conserva ancora il suo fascino e la sua attrazione anche nelle giovani generazioni. Giovani e meno giovani percepiscono un forte richiamo che viene dalle generazioni passate e ogni santostefanese non può esimersi dal perpetuare la sua presenza alla madre di tutte le processioni, tantomeno all'entrata in Chiesa dell'immagine del Cristo risorto, in un'aula liturgica gremita all'inverosimile in cui persino il presbiterio è invaso dal popolo. Come In ogni processione lungo il percorso si alternano le musiche della filarmonica, i canti popolari , le preghiere e alcune brevi letture; quest'anno oltre ai giovani che hanno letto dei passi tratti dall'ultima esortazione apostolica del Papa, erano presenti anche alcuni giovani chitarristi che hanno accompagnato i canti pasquali e conservato un ritmo vivace e intenso. La forza della tradizione popolare, le toccanti parole di Papa Francesco tratte dalla Esortazione apostolica Christus vivit e la presenza dei giovani nell'animazione hanno fatto percepire la verità delle parole del Pontefice: "Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita" (CV,1).
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