Il tempo di Quaresima in cui siamo appena entrati è, come ci ricorda San Paolo, "Il momento favorevole per compiere un cammino di vera conversione", è tempo di cambiamento, di apertura dei cuori. Per aiutarci a vivere appieno questi quaranta giorni di preparazione alla Pasqua, con il Gruppo Giovanissimi di Porto Santo Stefano abbiamo cercato di capire quale sia questo cambiamento a cui siamo chiamati. Il nostro consueto incontro del sabato pomeriggio si è così aperto con la lettura di quel brano evangelico comunemente noto come "Vangelo delle tentazioni" (Lc 4, 1-13) e si è snodato poi in tre attività che ci hanno permesso di riconoscere come ciascuno di noi sia quotidianamente messo alla prova nello stesso modo in cui fu tentato Gesù nel deserto. Tentazione deriva dal verbo greco "peirazo" che significa "oltrepassare con fatica", e fa sorridere pensare che sia allo stesso tempo la radice della parola "pericolo" e della parola "esperienza", perché effettivamente quando provi a passare oltre, a superare qualche ostacolo, le alternative sono due: o ti arrendi, e allora perisci, o corri il rischio, ci metti tutto te stesso, e alla fine fai esperienza passando con fatica al di là e diventi "perito", esperto. La prova è il passaggio obbligato tra la morte e la vita nuova. Nel Vangelo la prima è "la tentazione del pane": "Se sei Figlio di Dio dì a questa pietra che diventi pane". È la tentazione di pensare a soddisfare il nostro istinto, i nostri bisogni materiali. Ciascun ragazzo è stato invitato a impastare acqua e farina per creare una pagnotta e a scrivere su un biglietto un desiderio che volevano immediatamente soddisfare. È stato poi letto il racconto dell'istituzione dell'Eucarestia (Lc 22,19). La differenza tra i pani che abbiamo impastato noi e quello spezzato da Gesù appare subito evidente: i primi rappresentano un bisogno egoistico, il secondo racchiude in sé la logica del dono, della condivisione. A ciascuno è stato chiesto poi di lasciare la propria pagnotta in un cesto davanti al quale era stata collocata la scritta "Non di solo pane vive l'uomo", di pescare uno dei fogli su cui era stato scritto il bisogno egoistico e di dare un consiglio per trasformare quel desiderio in un dono. La seconda è "la tentazione del potere": "Se ti prostri dinnanzi a me tutto sarà tuo". Abbiamo chiesto ai ragazzi di cercare sui quotidiani locali e nazionali le storie di donne e uomini che cercano di realizzare i propri progetti guidati solo da se stessi e dal desiderio di autorealizzarsi. In tutti i fatti di cronaca che sono stati evidenziati emerge la presenza di un filo rosso: la mancanza di fiducia nell'altro, nella giustizia e nelle istituzioni è la causa principale del male che viene compiuto. Al polo opposto, abbiamo letto la testimonianza di due giovani volontari dell'associazione AIFO, a cui il gruppo dei Giovanissimi è legato da molti anni nell'iniziativa "Il Miele della Solidarietà", che ci hanno ricordato l'importanza dei piccoli gesti di amore, strumento fondamentale per disarmare l'indifferenza e l'egoismo che feriscono il nostro mondo. Infine, la terza è "la tentazione contro la fiducia": "Se sei il Figlio di Dio buttati giù". Nel concreto dunque la tentazione più forte e più umana è quella della divisione. Divisione con le cose, con gli uomini e con Dio. È pensare che ci bastano le nostre "pagnotte" per essere felici, di non aver bisogno di nessuno al nostro fianco nel cammino della vita. E invece no. Preziosa è stata la lettura della poesia "Un'ala di riserva" di don Tonino Bello (Alla Finestra la Speranza. Lettere di un vescovo, 1988) la quale ci ha ricordato che "Gli uomini sono angeli con un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati". Qui sta il passaggio tra la morte e la vita nuova. Sta nell'attenzione per il fratello con l'ala impigliata nella rete della miseria e della solitudine ma soprattutto sta nel credere che Dio una delle sue ali la tiene nascosta per farci capire che non vuole volare senza di noi.
Sofia Sartori