LA GIOIA DEL PERDONO
Domenica 20 Dicembre ha avuto luogo, presso il Noviziato Passionista San Giuseppe sul Monte Argentario, il secondo incontro del Gruppo SAMuele. Il Gruppo SAM, su iniziativa dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Giovanile e Vocazionale, è un gruppo composto da giovani dalla seconda superiore in su, che si ritira nel silenzio del Monte Argentario per riflettere su loro stessi e su il proprio rapporto con Dio e con gli altri al fine di poter rispondere alle tipiche domande che dominano l’animo di ogni giovane: “Cosa voglio fare? Dove sto andando? Cosa cerco?”. La Lectio Divina tenuta da Don Fabio Menghini ci ha aiutato a confrontarci con il famoso capitolo 15 del Vangelo di Luca (Lc 15, 1-10). Èil capitolo delle tre parabole della misericordia e del perdono che Gesù racconta in risposta agli scribi e ai farisei, i quali si scandalizzavano del fatto che Egli accoglieva i peccatori e mangiava con loro. Ci siamo soffermati sulle due parabole iniziali, quella della pecora smarrita e della dracma perduta: nella prima il “buon pastore” ha perso una pecorella e si allontana per cercarla lasciando il resto del gregge incustodito. Una volta ritrovata, se la mette in spalla, va a casa , chiama gli amici e i vicini dicendo: “Rallegratevi con me perché ho trovato la mia pecora che era perduta”. E Gesù : “Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione’. Che cosa ci racconta di questo pastore? Una cosa che era normale, che succedeva spesso. Ogni tanto, qualche pecora si perde, e allora, il pastore lascia le 99 pecore per andare a cercare quell’unica che si è persa. Il voluto contrasto: quelle che rimangono sono 99, quella che si perde è una sola. Le priorità di Dio infatti non si basano sui numeri. La priorità di Dio è l’amore per chi ne ha bisogno, per chi è in pericolo. E’ vero che 99 sono tante e 1 è poco, ma quell’una ha bisogno, sta perdendosi, è in pericolo. E allora 1 diventa più importante di 99. E’ tanta la gioia di averci ritrovati, è tanta la gioia di averci potuto perdonare, che tutto il resto per Dio non conta; contiamo solo noi! La stessa cosa è nella seconda parabola: una donna possedeva dieci dracme, antiche monete greche, ne perde una e subito inizia a cercarla in ogni angolo della casa. Anche lei, una volta ritrovata, chiama le amiche e le vicine dicendo: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta”. E Gesù: “ Così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte”. Qui le proporzioni sono diverse; lì erano 99 a 1, qui è 9 a 1. Questo vuol dire che la preziosità di una dramma cresce rispetto a quella di una pecora. La gioia del ritrovamento resta però sempre la stessa: Dio che fa festa per noi. Alla Lectio Divina è seguito poi un momento di silenzio e di meditazione individuale sulla Parola, che ha permesso ad ognuno di riflettere su ciò che la pagina del Vangelo gli stava comunicando: la difficoltà di perdonare un amico che ci ha offeso, la difficoltà di perdonare noi stessi per qualcosa che avremmo voluto fare ma che non abbiamo avuto la forza di compiere, la speranza di ricevere il perdono da chi non abbiamo saputo capire, la speranza di ricevere il grande dono che è la misericordia. Dopo pranzo il gruppo si è recato a piedi presso il Santuario della Presentazione di Maria Santissima, dove sabato 19 Dicembre il Vescovo Giovanni ha aperto una delle tre Porte Sante della nostra diocesi. Questo breve “pellegrinaggio” è stato accompagnato dalle note della canzone “Wind of Change” degli Scorpions, proprio a sottolineare la volontà di cambiare qualcosa in noi cominciando appunto con il gesto di varcare la Porta Santa, poiché solo dopo aver ricevuto il perdono da Dio è possibile perdonare gli altri, ma soprattutto noi stessi. La giornata si è poi conclusa con la celebrazione della Santa Messa officiata da don Giulio Mariotti, il quale, durante l’omelia ci ha ricordato l’importanza del perdono come fonte di rinascita, in particolare in questo periodo di Avvento .
Sofia Sartori