"Chiesa: casa e scuola di comunione”: la storia di Livia e Rosalda, donne di Cristo senza paura

suoreA ottobre, mese delle missioni, hanno partecipato a uno degli incontri giovanili della Parrocchia di Porto Santo Stefano Livia e Rosalda, suore carmelitane di Santa Teresa che hanno parlato della loro esperienza in Turchia. Da poco più di un anno vivono nella Parrocchia di Montorgiali e coadiuvano il parroco nella cura pastorale di alcune parrocchie. Queste piccole suore ci hanno raccontato la loro grande missione in una terra, la Turchia, in cui i cristiani costituiscono una minoranza. Vi sono state inviate principalmente per tre motivi: per dare sostegno e incoraggiamento alle poche comunità cristiane; per accompagnare i pellegrini provenienti dall’Italia nei luoghi della cristianità, come Tarso, patria di San Paolo, e Antiochia, dove i ‘cristiani’ furono chiamati così per la prima volta; e infine per far circolare lo Spirito Santo, la comunione, con l’esempio più grande, che è la loro vita. E’ proprio la comunione l’essenza del cristianesimo, e trasmettere Cristo l’obiettivo della missione.
Livia e Rosalda “abbandonano” dopo 20 anni l’abito religioso e partono alla volta di questa nuova terra. La loro comunione si crea col tempo: due caratteri diversi e non proprio in sintonia l’una con l’altra nella scuola dove insegnavano, dopo l’esperienza missionaria in Turchia, si riconoscono veramente sorelle. Rimpiazzano l’amato abito cominciando per gioco ad indossare camicette uguali in una Turchia dove non si può mostrare con alcun segno la propria religione. Ma, chi le vede, si ritrova comunque a dire: “Sono suore. Hanno gli occhi buoni”. Ci hanno raccontato la paura, frenata però dalla forte convinzione che le donne di Dio non possono essere toccate, non devono temere nulla. Diventano pian piano più conosciute, nonostante il loro vivere nascoste, perché agiscono, nei modi leciti, per comunicare il messaggio cristiano, aiutando una realtà che ha solamente bisogno di questo: coraggio. I cristiani non devono avere paura di testimoniare il loro amore per Dio. Le due suore ci hanno comunicato da dove hanno preso il coraggio per affrontare quest’esperienza. Esso viene dallo Spirito Santo, che si manifesta in cose piccole, ma di significato immenso: dalla commessa del paese che non ha paura di portare la Croce al collo, fino a quei ragazzi di religioni diverse che tutti i giorni si ritrovavano a giocare insieme, senza discriminazioni, ma con rispetto e con spirito di comunione fra professioni differenti. Gli occhi e le parole di queste donne sono manifestazione di Cristo: Cristo è in chiunque ama, Cristo è comunione, e casa e scuola di comunione è la Chiesa che noi abitiamo e vivifichiamo.


Francesca Bartoli