San Paolo in uno dei momenti più difficili della sua vita di testimonianza, la prigionia, decide di scrivere. Non si dispera, non pensa a come uscire, ma scrive del progetto del Padre, e lo fa nella lettera agli Efesini… lettera a ciascuno di noi. Stanchi e appesantiti dalla vita di tutti i giorni siamo saliti sul Monte Argentario. Giovani, giovanissimi e sacerdoti insieme al nostro vescovo Guglielmo siamo saliti per scoprire cosa “Dio dice oggi a me” proprio attraverso S. Paolo. Spesso con fatica ci siamo accostati alla lettera agli Efeisini, con tutti i rischi di quella Parola che se accolta ti mette a soqquadro la vita. E così è stato, da subito! La prima cosa che S. Paolo mi dice è: SIEDI. Sedermi? E perché? Io non ho tempo, devo fare, correre, non posso fermarmi! E S. Paolo insiste: SIEDI, perche “Con Lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatto SEDERE nei cieli, in Cristo Gesù” (Ef 2,6). Siedi e fermati a contemplare ciò che Dio ha fatto per te. Siedi e stupisciti per come ti ha fatto. Siedi e meravigliati di tutto ciò che ti ha donato. Siedi e contempla il Suo amore per te… si, proprio per te. Qualunque cosa io faccia, non potrò MAI cambiare il Suo amore per me! Solo dopo essermi fermato ad ammirare tutto ciò che Lui ha fatto per me, posso iniziare a chiedermi cosa posso fare io per Lui. S. Paolo ci dice “Vi esorto dunque io… a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto” (Ef 4,1).
S. Paolo ci dice: CAMMINA in maniera conforme alla tua chiamata. E per far questo ci dà delle linee guida quali l’umiltà, la dolcezza, la magnanimità, la pazienza. In più ci aiuta a capire quali sono quegli atteggiamenti pagani che ancora vivono in noi, proprio così, S. Paolo ci sconvolge ancora una volta, quando ci dice in ognuno di noi vive ancora oggi un pagano. Ogni volta che sono assorbito dalle cose di questo mondo senza riconoscere l’unicità di Dio; ogni volta che confido solo in me, senza affidarmi a Lui; ogni volta che costruisco la mia vita senza Lui; ogni volta che mi sento padrone di tutto, senza pensare che tutto è dono; in ognuna di queste occasioni sono un perfetto pagano. Ma se mi lascio rivestire dallo Spirito Santo, tutto in me si trasforma e l’uomo vecchio lascia spazio all’uomo nuovo che è uomo di lode e di ringraziamento.
Devo quindi iniziare a vivere in Cristo, e nonostante tutti gli ostacoli, S. Paolo mi dice RESISTI! Devo essere ben cosciente che la vita in Cristo viene costantemente ostacolata da quello che Giovanni definisce il “padre della menzogna”. Ma questo non significa averne paura, S. Paolo ci dice “.. attingete forza nel Signore… Rivestitevi dell’armatura di Dio”. E’ Dio stesso che mi riveste, mi fortifica, mi rinvigorisce. E’ Dio stesso la mia armatura, la fede in Lui è mio scudo e la Sua Parola è mia spada. E così la mia preghiera sarà in ogni tempo, in ogni momento. Ed ecco che lo scorrere del tempo (kronos) diventa per me il mio tempo (kairos), il tempo della mia preghiera.
Solo nella contemplazione stupefatta del Suo dono d’amore per me, può nascere il vero dono di me per Lui, il mio agire, il mio camminare nel mondo come “cittadino del cielo” e con “l’identità di Figlio di Dio”. E allora non vedo più regole e forzature, il mio essere cristiano diventa essere conforme alla mia identità di Figlio, alla mia identità più vera. Identità di cui devo essere orgoglioso. S. Paolo aveva molti indizi contro di sé e lo accusarono di Cristianesimo. Se accusassero me, quali indizi troverebbero? Fa’ o Signore che dicano… “Questo è un uomo che SIEDE, CAMMINA e RESISTE”.