Due anniversari e motivi di gioia festeggiati a Porto Santo Stefano
Giovedì 23 giugno 2022 la comunità parrocchiale di Porto Santo Stefano ha festeggiato due anniversari importanti per il nostro paese e per la diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello: il ventesimo della dedicazione della chiesa alla Santissima Trinità, situata nel popoloso quartiere del Pozzarello, con la consacrazione compiuta il 22 giugno 2002 dall’allora vescovo diocesano Mario Meini, che aveva benedetto anche la prima pietra dell’edificio sacro il 5 maggio 1999 e il cinquantesimo di ordinazione sacerdotale di don Mario Amati, avvenuta a Piancastagnaio il 18 marzo 1972, parroco a Porto Santo Stefano dal 1990 al 1999.
La chiesa della Santissima Trinità è particolarmente significativa e cara ai santostefanesi, sia perché tanto desiderata, in una zona allora in rapida espansione, interessata da un notevole incremento turistico, sia perché preziosaper le sue opere d’arte: il meraviglioso mosaico ricoprente l’intera parete absidale, realizzato dall’artista gesuita padre Marko Ivan Rupnik e dalla sua équipe del Centro Aletti di Roma, raffigurante il mistero della Santissima Trinità, che introduce il fedele al cuore della fede e della liturgia cristiana, a cui poi vennero aggiunte alle pareti presbiterali quattro pannelli rappresentanti in chiave moderna le stazioni della Via crucis, con scritte che legano il cammino di Gesù verso il Calvario con la vita dell’uomo di ogni tempo, e la croce astile, che ben si armonizzano con l’aula liturgica. La chiesa edificata su progetto dell’architetto Carlo Boccianti e realizzata dall’Impresa edile Rosi Alfredo s.n.c., dopo un lungo ed articolato percorso burocratico, grazie all’intervento finanziario della Conferenza Episcopale Italiana per il 75% del costo complessivo, proveniente dai fondi dell’8 per mille dell’Irpef alla Chiesa Cattolica, ma soprattutto all’impegno del parroco don Mario e del vescovo Meini, e alla generosità della famiglia di Busonero Stefano e Fanciulli Antonietta, che donò all’Arcipretura di Santo Stefano Protomartire il terreno su cui venne costruito il complesso religioso: oltre all’aula liturgica, il sottostante salone intitolato a Giovanni Paolo II, la sacrestia, l’ufficio parrocchiale, la casa canonica, i locali per le attività pastorali, formative e di servizio, e il piazzale esterno, adibito a parcheggio per le funzioni religiose e le attività all’aperto.
Così la sera del 23 giugno il vescovo della diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello e Grosseto, mons. Giovanni Roncari e don Mario Amati, sono stati accolti dalla Banda comunale “Ivo Baffigi” sul piazzale della chiesa, da alcuni sacerdoti e diaconi della Diocesi, e dai parroci don Sandro Lusini e don Sebastian Palakkattu, don Antonio Metrano, dai passionisti del Monte Argentario padre Paolo Zega e padre Joseph Capon, dalle tre suore dell’Immacolata, dalle autorità cittadine e dai rappresentanti della Confraternita di Misericordia e dei Rioni del Palio Marinaro, delle associazioni e i gruppi ecclesiali di Porto Santo Stefano, nonché da molti fedeli della comunità parrocchiale, intervenuta per l’occasione. È stata una liturgia sobria, ma coinvolgente, molto sentita dai partecipanti che, all’udire la musica della Banda proveniente dall’esterno della chiesa si sono raccolti in silenzio ed attesa: all’ingresso nella chiesa vi è stato il passaggio di consegne, perché ad animare la liturgia c’era il gruppo dei ragazzi Sacral music dell’AC parrocchiale.
Un rappresentante della comunità parrocchiale con parole di saluto si è rivolto a don Mario, per ringraziarlo di aver accettato di condividere con noi la gioia del suo cinquantesimo di ordinazione sacerdotale, e sottolineare come abbia lasciato un’impronta importante nel nostro paese. Il vescovo ha parlato del significato di chiesa, come luogo in cui si radunano i cristiani a pregare, e di Chiesa popolo di Dio, dei battezzati, evidenziando come entrambi gli aspetti non possano fare a meno l’uno dell’altro: da un lato le persone hanno bisogno di un edificio dove radunarsi per sentirsi famiglia, e dall’altro questo luogo senza i battezzati non ha senso di esistere. Poi ha ricordato alcuni dei segni compiuti nella dedicazione della chiesa e affermato l’importanza di insegnare ai ragazzi a sentirsi a casa nella chiesa, dove essere accolti, valorizzati ed imparare la vita cristiana. Infine si è rivolto a don Mario, ringraziandolo per la sua scelta di diventare sacerdote e per la sua fedeltà, testimonianza e servizio in diocesi in questi cinquant’anni; nonché a Dio, per aver concesso a don Mario la grazia di seguire Gesù Cristo, che oggi ha ancora più valore, dato che sono fragili i sì per tutta la vita (battesimo, matrimonio, professione religiosa e ordinazione sacerdotale).
Abbiamo pregato, nella vigilia della festa di san Giovanni Battista, per don Mario, e lo abbiamo ringraziato per il suo prezioso servizio a Porto Santo Stefano e per quello attuale in diocesi, come presidente dell’Istituto sostentamento del clero; alla fine don Mario ha ricordato alcuni aneddoti, come quello della scelta della prima pietra in un blocco di granito dell’isola del Giglio e ringraziatoper i bellissimi momenti vissuti nel nostro paese, per l’accoglienza ricevuta e per la condivisione della sua gioia in questo giorno. Infine ha chiesto la preghiera per lui e per tutti i sacerdoti della nostra diocesi, di cui c’è tanto bisogno.
Prima della benedizione finale anche don Sandro ha voluto ringraziare don Mario del suo servizio in diocesi e nel nostro paese e per il dono del quadro contenenteuna bella foto della posa della prima pietra. Inoltre gli ha consegnato, a nome della comunità parrocchiale, alcuni doni: un quadro con la foto della parete presbiterale della chiesa della Santissima Trinità; il libro di Matteo Navoni “My Argentario”, che riporta alcune riflessioni sul promontorio, dalla bella grafica di Carlo Rispoli; un quadro con un acquerello, tratto dal medesimo libro, raffigurante il momento conclusivo della processione di Pasqua a Porto Santo Stefano, con la statua del Risorto avvolta dalla folla nella chiesa dedicata al protomartire Stefano, con lo sfondo dell’edificio sacro circondato dalle case.
Al termine della celebrazione eucaristica, la festa si è conclusa con un buffet offerto dalla Parrocchia a tutti i presenti, nel piazzale esterno alla chiesa, in un clima di fraternità e amicizia che di certo rimarrà per sempre impresso nel cuore e nella mente dei presenti. Ringraziamo il Signore per questi due motivi di festa, di comunione e di gioia per la comunità diocesana, ma soprattutto per quella parrocchiale di Porto Santo Stefano, che molti passi ha compiuto in questi anni per crescere nella fede e nell’unità, facendo tesoro del bene prezioso di questo edificio di culto e delle sue strutture annesse, a servizio e per il bene di tutti gli abitanti del paese e dei turisti che lo visitano.
Laura Metrano
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