Venerdi 14 maggio la statua della Beata Vergine della Medaglia Miracolosa, pellegrina in tutta Italia su iniziativa dei Padri Vincenziani, è giunta nella chiesa dell'Immacolata a Porto S. Stefano, accolta da tutta la comunità parrocchiale. Un lungo applauso ha salutato l'ingresso della sacra effigie accompagnata dal Parroco don Sandro Lusini, da don Antonio Metrano, Don Sebastian Palakkattu, il diacono Mario Felloni, l'accolito Mauro Caravagna e le Suore dell'Immacolata. Il missionario vincenziano Padre Francesco Gusmeroli, responsabile per la Liguria e la Toscana di questo pellegrinaggio, con alcune volontarie vincenziane dirette dalla Presidente parrocchiale del Volontariato Vincenziano hanno materialmente introdotto la teca nella chiesa illuminata a festa, al suono maestoso dell'organo e degli applausi di tante persone. L'assemblea subito ricomposta in religioso silenzio ha seguito commossa la cerimonia di accoglienza con le preghiere e i bei canti mariani intonati dal coro ma cantati in una sola voce da tutti, mentre le piccole vincenziane e diversi ragazzi del catechismo portavano delle rose bianche ai piedi della statua. Don Sandro nel saluto iniziale si è così espresso: "Accogliere la statua della Madonna della Medaglia miracolosa che viene a visitare la nostra comunità, la nostra vita, è un impegno per noi, significa riconoscere Maria come Madre del Signore Gesù e accoglierla come madre nostra. Ella è messaggera dell'amore di Dio per noi, è dono straordinario di grazia e di gioia. Ella ci invita ad accoglierci vicendevolmente come figli dell'unico Padre, quindi fratelli. Quindi la preghiera è proseguita con il Rosario meditato e a seguire la Santa Messa celebrata dal Vincenziano padre Gusmeroli e concelebrata da tutti i sacerdoti. Nell'omelia padre Francesco ha parlato della Medaglia Miracolosa e di Santa Caterina Labouré. Ecco qui riportati i passaggi centrali della sua riflessione: "E' bello conoscere le storie dei santi perché ci fanno percepire come Dio agisce,tocca la nostra vita,e ci dona dei segni che, tante volte, nemmeno sappiamo riconoscere: Caterina non sa né leggere, né scrivere, però sa pregare. Giovanissima sente la chiamata del Signore e una notte fa un sogno: è sola in chiesa e un anziano sacerdote le dice "tu ora mi sfuggi ma un giorno sarai felice di seguirmi". Cinque anni dopo visitando le Figlie della Carità, trova nel parlatorio il ritratto di quel prete: era San Vincenzo de Paoli vissuto quasi 200 anni prima. Nel 1830 proprio nei giorni in cui si celebrava la traslazione delle reliquie di San Vincenzo comincia ad avere incontri con la Vergine nella cappella del convento vivendo con lei un rapporto filiale. La più nota delle apparizioni è quella avvenuta il 27 novembre nella quale la Madonna apparve prima su un globo avvolto dalle spire del serpente nell'atto di offrire a Dio un altro piccolo globo dorato simbolo del mondo, della Francia e di ogni anima, che ella tiene all'altezza del cuore. Nella seconda fase le mani della vergine si abbassano e irraggiano fasci luminosi simbolo delle grazie ottenute da Dio per sua intercessione, poi, come a formare un aureola appaiono a caratteri d'oro le parole O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te. Poi la Vergine sembra girarsi e appare una luminosissima lettera M al di sopra della quale è posta una croce e sotto i cuori di Gesù e Maria, mentre 12 stelle fanno corona. In quel momento una voce interiore chiede a Caterina di far coniare una medaglia che riproducesse la visione. I superiori la prendono per pazza, ma poi vedendo che si avverava tutto ciò che la Madonna le aveva predetto, il vescovo fece coniare le prime medaglie che presto furono chiamate miracolose… Siamo venuti qui a pregare Maria perché nel dono della medaglia miracolosa ci ha promesso grandi grazie, consapevoli che la nostra fede però non si fonda sui miracoli ma sul rapporto che abbiamo con il Signore anche attraverso Maria. La beatitudine di chi crede è la chiave di lettura della Medaglia, credere è fare ciò che Cristo ci dice attraverso i Vangeli questo è il vero miracolo cui aspirare come cristiani ricordando le parole di Maria a Cana "fate quello che vi dirà". La medaglia non è un amuleto ma un segno di fede nel Signore. Nessuno tranne i superiori seppe dei favori celesti concessi a Caterina, che visse sempre in umiltà servendo i poveri in un ospizio, occupandosi dell'orto, della stalla, della portineria. Prendiamo esempio da Maria e da questa bella figura di Caterina che ci insegna a vivere la fede al servizio degli altri, soprattutto dei più poveri e abbandonati". Al termine della messa, dopo la benedizione e la distribuzione delle piccole medaglie, la statua della Madonna è ripartita per continuare il suo pellegrinaggio e incontrare altre comunità. Questo pellegrinaggio in Italia della Madonna della Medaglia Miracolosa è iniziato l'11 novembre 2020 per la celebrazione dei 190 anni dalle apparizioni a Santa Caterina Labouré. In quella occasione Papa Francesco ha benedetto la statua e l'iniziativa dei Missionari Vincenziani incoraggiando questa iniziativa e attualizzandola per il mondo di oggi che, come al tempo di Caterina Labourè, è sconvolto dalla povertà, dalla violenza, dall'emergenza sanitaria ed economica. La Santa Vergine, viene pellegrina a visitare le nostre comunità ci invita ai piedi dell'altare, compiendo la sua promessa d'amore "Sarò sempre con voi, abbiate fiducia, non scoraggiatevi".
Giuliana De Gregori
Clicca sulle miniature per ingrandire le foto