Il 3 maggio scorso una bellissima giornata di sole a Monte Argentario ha reso ancora più piacevole il cammino dei pellegrini diretti a Cala Grande sulle orme della beata Maria Maddalena dellʼIncarnazione, al secolo Caterina Sordini (1770-1824), originaria di Porto Santo Stefano, fondatrice dellʼordine delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, patrona della locale Confraternita del Santissimo Sacramento e di Misericordia. È stata scelta una data importante per la comunità parrocchiale, il giorno della beatificazione della compaesana, avvenuta nel pomeriggio del 3 maggio 2008 nella basilica di San Giovanni in Laterano: un evento davvero straordinario, che ancora oggi a distanza di tredici anni è fisso nella memoria dei santostefanesi che vi parteciparono. Questʼanno l'invito era rivolto in modo particolare ai ragazzi del primo anno di Cresima e a quelli dellʼACR parrocchiale, con le famiglie, i catechisti e i sacerdoti della comunità, don Sandro, don Sebastian e don Antonio, che hanno concelebrato la messa nella tenuta di Cala Grande, un tempo di proprietà della famiglia Sordini e dalla fine degli anni Venti acquistata dallʼillustre avvocato e banchiere italiano Arturo Osio, ancora oggi di proprietà della famiglia Osio, gestita dallʼAzienda Agricola F.lli Osio, avente al suo interno una rivendita diretta di olio, vino ed agrumi. Un luogo davvero meraviglioso, tra le più belle insenature del promontorio, che sorprende e affascina, per la sua natura incontaminata, la cura delle coltivazioni e la sua posizione affacciata sul mare, dove è possibile ancora oggi ritornare con la mente allʼepoca della nostra Caterina Sordini, che qui era solita venire per pregare, in ginocchio ai piedi di un leccio, dove andava in estasi, immersa nel silenzio e nella solitudine dei boschi, e dove due impronte alla sua base, secondo la tradizione, ci ricordano la sua sosta in ginocchio, in preghiera e contemplazione del creato. Questʼanno, essendo allʼaperto e con il distanziamento opportuno, è stato possibile mantenere la tradizione: dopo aver mangiato il gelato, offerto ai ragazzi dalla parrocchia, il cammino è iniziato dalla casa natale in via del Molo, di fronte al Bar Giulia, dove nacque e visse la sua infanzia la beata, e nella sua prima festa liturgica, il 29 novembre 2008, venne apposta una targa in sua memoria. Anche se quel palazzo non è quello originario dove nacque Caterina Sordini, perché in parte andato distrutto dalle mine dei tedeschi prima della ritirata e finito di ricostruire nei primi anni Sessanta, ancora oggi grazie a quella targa e alla memoria dei santostefanesi è un simbolo importante della storia religiosa e delle tradizioni popolari del paese. Attraverso la via del Molo, il sentiero dei Fari e un tratto di panoramica, i pellegrini sono giunti a Cala Grande e hanno partecipato alla messa, celebrata ai piedi del leccio, dove è stato allestito un altare, sopra uno dei sassi verdi caratteristici della baia, animata dalle chitarre del gruppo Sacralmusic dellʼACR. Davanti al leccio si trova un grande e curato limoneto, dal quale lo scorso anno è pervenuto il succo con cui è stato realizzato il "limoncello della beataˮ e il ricavato delle offerte è stato devoluto alle monache del monastero di Ischia di Castro, dove entrò in noviziato la beata, con cui la comunità parrocchiale è legata e ogni anno va in pellegrinaggio con i ragazzi del catechismo della Comunione. Abbiamo pregato per i ragazzi della comunità parrocchiale, che in queste settimane stanno ricevendo i sacramenti, e per la pandemia, con le parole di Papa Francesco, lette da suor Giovanna Magni delle suore dellʼImmacolata, certi che la nostra Caterina Sordini ci guarda dal cielo e ci protegge in questo periodo difficile. Oltre al XIII anniversario della beatificazione della compaesana è stato ricordato anche il compleanno del beato Carlo Acutis: dai suoi scritti sono tratte le meditazioni per il rosario, che viene recitato prima della celebrazione eucaristica nella chiesa dellʼImmacolata di Porto Santo Stefano, ogni giorno di questo mese mariano di maggio. La celebrazione si è conclusa con la benedizione ed il canto "La Donna del paneˮ, composto da don Giosy Cento, il sacerdote e cantautore originario di Ischia di Castro. Dopo aver ammirato il paesaggio e il mare (alcuni si sono recati fin sulla spiaggia della stupenda cala mettendo in bagno almeno i piedi), i pellegrini hanno ripreso il cammino per il rientro a casa. Un ringraziamento ai proprietari della Tenuta e al Fattore Massimo Benicchi per la disponibilità a visitare questi luoghi e a vivere questa bellissima esperienza di comunione e di chiesa in cammino sulle orme della beata compaesana.
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