Una calda e interessante serata lo scorso 11 agosto ha visto la Piazzetta Anselmi di Porto Santo Stefano gremita di persone per la presentazione di Teresa d'Avila. Inquieta, vagabonda e santa, ultima fatica letteraria e non solo di don Sandro Lusini, parroco e appassionato pellegrino del Cammino di Santiago da lui percorso più volte e raccontato nel libro Destinazione Santiago pubblicato nel 2012. Ora a distanza di quattro anni questa nuova pubblicazione su una delle figure più straordinarie della Chiesa e della letteratura mondiale, santa Teresa d'Avila, la grande mistica e riformatrice del Carmelo, la più santa tra le donne e la più donna tra le sante. L'occasione nel 2015 del V Centenario della sua nascita, ha fatto si che don Sandro percorresse tra la fine di giugno e i primi di luglio il cammino fra le terre assolate della Castiglia i luoghi teresiani più significativi come Avila, Arevalo, Medina del Campo, Madrigal, Fontiveros, Salamanca e Alba de Tormes dove è conservato il suo corpo. Teresa de Cepeda y Ahumada nasce nel 1515 nel secolo d'oro della Spagna cattolica: assieme a Ignazio di Loyola e Giovanni della Croce rappresenta lo spirito religioso della Spagna di allora: ma se Ignazio è essenzialmente uno spirito attivo e Giovanni il mistico contemplativo, Teresa è entrambi: donna d'azione come riformatrice del Carmelo e spirito contemplativo come mistica; né i due aspetti si escludono perché sarà proprio durante il periodo di maggiore attività che la santa raggiungerà le vette eccelse del misticismo. Donna di grande temperamento, appartenente ad una famiglia della piccola nobiltà, la sua istruzione, digiuna di latino, si compie sui romanzi cavallereschi e suoi trattati di devozione. Dopo la morte della madre, verrà dal padre (di origine ebraica) mandata in collegio. Qui avrà gravi disturbi di salute patiti, che col tempo si aggraveranno, quando si sottoporrà a veglie estenuanti, senza trascurare i lavori manuali, dormendo poche ore per notte. I primi 20 anni di vita religiosa sono caratterizzati dalla tensione tra l'inclinazione alla vita agiata e alla mondanità (allora abbastanza diffusa nei monasteri) e alla chiamata di Dio. Dopo quella che lei stessa chiamerà conversione nel 1559 inizia la parabola mistica: le prime visioni intellettuali, il rapimento mistico o estasi che le procurava anche sofferenze fisiche, tanto che il corpo si irrigidiva ed era sottoposto alla levitazione. Nel 1560 ha la visione dell'inferno: da questo momento esisterà solo l'amato, Cristo per il quale intraprenderà la riforma del Carmelo. Nel 1562 fonda ad Avila il convento di San Josè, primo delle carmelitane riformate o scalze: da questo momento fonderà diversi conventi, in tutto 17 e avrà fra i suoi principali collaboratori un giovane frate carmelitano che diventerà anche lui uno dei più grandi mistici e scrittori, San Giovanni della Croce. Nel 1576 però le viene impedito di fondare conventi dal Nunzio pontificio che la definisce femmina inquieta y andariega (da qui il sottotitolo del libro inquieta, vagabonda e santa), anche perché si erano verificati degli scontri tra riformati o scalzi e mitigati o calzati, tensioni dovute al fatto che a due regole corrispondeva un solo ordine ed un solo superiore. Nel 1580 però i due ordini vengono separati e la controversia appianata; nominata priora di San Josè, muore nel 1582 ad Alba di Tormes, minata dal cancro. Canonizzata nel 1622, Paolo VI la proclama dottore della Chiesa nel 1970, prima donna ad avere questo singolare riconoscimento. Il Libro di don Sandro ripercorre l'itinerario umano e spirituale di Teresa d'Avila attraverso i luoghi più significativi della sua avventura di donna straordinaria: 250 i chilometri percorsi nella meseta castigliana, l'arido altopiano della Spagna, fra campi di grano, conventi e meravigliose cittadine ricche di storia e spiritualità. Alla presentazione è intervenuto mons. Giovanni Roncari, Vescovo della Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello, il Sindaco di Monte Argentario Arturo Cerulli, l'editore Cesare Moroni il quale ha proiettato le immagini più significative dei luoghi teresiani descritti nel libro e come moderatore il giornalista di TV 9 Paolo Mastracca. La serata è stata inoltre arricchita dalla presenza dell'attrice Pamela Villoresi, interprete l'anno scorso proprio della santa carmelitana in un'opera teatrale dal titolo Un castello nel cuore, Teresa d'Avila. La Villoresi, attrice conosciuta in campo internazionale e di casa all'Argentario, ha scritto la prefazione al libro e ne ha letto alcune pagine dando alla manifestazione un tocco di classe ben apprezzato dal numeroso e attento pubblico. Anche la finalità benefica è stata accolta con generosità: don Sandro ha voluto destinare alle Monache trappiste di Azeir, un villaggio tra Aleppo e Homs, nella Siria martoriata dalla guerra il ricavato della vendita. In questo monastero vi è suor Letizia Ricci, originaria di Scansano (dove don Sandro per alcuni anni ha svolto il suo ministero sacerdotale) che insieme ad altre quattro monache è lì a testimoniare la forza della preghiera contro ogni forma di odio, intolleranza e fanatismo.
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