Anche quest'anno la comunità parrocchiale di Porto S.Stefano nel pomeriggio del 1° maggio ha partecipato con gioia e raccoglimento alla celebrazione della S.Messa a Cala Grande, un'iniziativa promossa dalla Parrocchia nei luoghi in cui la compaesana Caterina Sordini, ora Beata Madre Maria Maddalena dell'Incarnazione, amava sostare e pregare, sotto il leccio, ancora presente, che riporta l'impronta delle sue ginocchia. Un tempo la Tenuta dell'Azienda Agricola F.lli Osio apparteneva alla famiglia Sordini, per cui Caterina la frequentava abitualmente; proprio qui la stessa ha sentito la chiamata alla vita religiosa, compiendo una scelta che col tempo la porterà ad una grande missione: la fondazione dell'Ordine delle Adoratrici Perpetue del SS.Sacramento, ultimo ordine religioso riconosciuto dalla Chiesa. Un'iniziativa realizzata per la prima volta in preparazione alla sua beatificazione avvenuta il 3 maggio 2008: da allora ogni anno attrae e coinvolge sempre molte persone (quest'anno più di 60). Anche se questa volta non è stato compiuto il cammino a piedi dal paese fino alla cala, attraverso i sentieri dell'Argentario, tuttavia è stato compiuto un piccolo tratto all'interno della Tenuta per raggiungere il leccio, sotto il quale, sopra uno dei sassi verdi, caratteristici della zona, era stato allestito un altare. Seppur breve il cammino fisico, un cammino più lungo e desiderato è stato quello spirituale sulle orme della beata: un grande silenzio e raccoglimento ha caratterizzato la celebrazione, che aveva come sottofondo solo il cinguettio degli uccelli e di altri suoni della natura, oltre al soffio leggero di una dolce brezza. Di certo la nostra cara compaesana avrà apprezzato la nostra partecipazione, che non è solo tradizione, bensì soprattutto devozione e occasione per la comunità di fare comunione. Un cielo azzurro e un sole caldo hanno permesso una maggiore partecipazione, facilitata dall'immersione nella natura e dalla tranquillità di quei luoghi, tra i più affascinanti dell'Argentario, dai quali si ha una meravigliosa vista panoramica della zona ricca di coltivazioni, immersa nel verde e affacciata sul mare. A celebrare l'Eucarestia, affiancato dal diacono Carlo Boriolo, il parroco don Sandro il quale nell'omelia ha sottolineato la bellezza di quel luogo, per spiegare come la natura sia un mezzo semplice ma efficace per avvicinarci a Dio ed incontrarlo, perché è nella contemplazione della natura che si riconosce il suo Creatore. Di certo questo Caterina l'aveva capito per esperienza personale, come è avvenuto per diverse figure di santi. Nel silenzio e nella contemplazione è più facile la preghiera, la lode e il ringraziamento a Dio per il suo immenso amore e per i tanti doni che ogni giorno ci offre. Don Sandro ha fatto riferimento all'esperienza vissuta da padre Pierre Teilhard de Chardin, un gesuita, filosofo e paleontologo francese (1881-1955), il quale, durante una delle sue spedizioni scientifiche nel deserto degli Ordos in Mongolia, trovandosi impossibilitato a celebrare l'Eucarestia, essendo in pieno deserto, in uno dei luoghi più aridi del pianeta, meditò sull'irradiazione della presenza eucaristica nell'universo e ne celebrò il contenuto umano, prendendo come dimensione della sua patena "il cerchio infinito delle cose" e offrendo la sua povertà sull'altare della Terra, come ha scritto nella sua opera "la messa sul mondo" del 1923, di cui riporto alcuni passi:"Poiché ancora una volta, Signore, non più nelle foreste dell'Aisne, ma nelle steppe dell'Asia, non ho né pane, né vino, né altare, mi eleverò al di sopra dei simboli sino alla pura maestà del Reale e ti offrirò, io tuo sacerdote, sull'altare della Terra intera, il lavoro e la fatica del Mondo… Ricevi, Signore, l'Ostia totale che la Creazione, mossa dalla tua attrazione, ti presenta all'alba nuova...". Tra le intenzioni abbiamo pregato per i ragazzi del catechismo che in questo mese riceveranno i sacramenti e per la nostra comunità parrocchiale perché sull'esempio della beata possa crescere nella fede e nella comunione, ed offrire una testimonianza credibile nella vita quotidiana. Dopo la benedizione e il canto finale "donna del pane", abbiamo raggiunto la casa patronale, dove ci è stata offerta una buona limonata. Infine don Sandro ha ringraziato l'Ambasciatore che ci ha ospitati e il custode Massimo Benicchi per la sua disponibilità, che ogni anno ci permettono di vivere una bellissima esperienza di comunione e di chiesa in cammino.
Laura Metrano
Articolo Toscana Oggi-Confronto del 11 Maggio 2014