Porto Santo Stefano - Festa in onore di due beati uniti dall’amore per l’Eucaristia

Come ogni anno alla fine di novembre a Porto Santo Stefano la comunità parrocchiale ricorda e festeggia la compaesana Caterina Sordini, proclamata beata col nome di Maria Maddalena dell’Incarnazione nel 2008. Quest’anno il programma dei tre giorni ha visto diversi appuntamenti, tra i quali le tradizionali Quarantore, cioè l’esposizione solenne del Santissimo Sacramento dalla mattina alla sera, con l’animazione curata in alternanza dai ragazzi del Sacral music dell’AC parrocchiale e dal gruppo del Rinnovamento dello Spirito, presso la chiesa di Santo Stefano Protomartire. Il sabato e la domenica precedenti erano state raccolte le offerte derivanti dal dolce della beata, caratteristico santostefanese: iniziativa realizzata dai volontari del gruppo missionario parrocchiale “Padre Berto”. Particolarmente partecipata e sentita dalla comunità parrocchiale di Porto Santo Stefano è stata la solenne celebrazione eucaristica del 29 novembre, dies natalis della nostra Caterina Sordini, presieduta dal vescovo diocesano Giovanni Roncari, che ha visto una chiesa raccolta e in preghiera per rendere onore alla cara beata e ad un’altra figura straordinaria, il beato Carlo Acutis, al cui interno della chiesa è stata allestita una Mostra didattica multimediale molto bella e coinvolgente. Una preghiera è stata rivolta alle monache Adoratrici, consacrate a Dio nella vita contemplativa, perché con l’aiuto del Signore siano fedeli al loro carisma; una per i giovani perché sull’esempio del beato Carlo Acutis sappiano accogliere con entusiasmo la Parola di Dio, fonte di gioia vera e di autentica libertà; una ai volontari della Misericordia, perché la loro patrona sia un esempio d’amore all’Eucaristia e a Cristo Signore presente nei poveri e nei sofferenti. A questi ultimi il governatore della Misericordia Roberto Cerulli si è rivolto per ringraziarli, sottolineando il prezioso ed importante servizio svolto, soprattutto nei mesi della pandemia. Al termine della celebrazione i volontari presenti si sono raccolti sui gradini dell’altare per la foto di gruppo insieme al sindaco del Comune di Monte Argentario Franco Borghini e al comandante della Polizia Municipale Vincenzo Della Monaca. Questa anno al programma tradizionale sono stati aggiunti due appuntamenti significativi, di formazione e di preghiera, che hanno messo al centro anche la figura del giovane Carlo Acutis, con la partecipazione del dott. Giustino Perilli, editore e missionario di Messalinoapp, presidente della fondazione Oasiapp, intervenuto in due eventi: il 28 novembre nella sala multimediale Madre Teresa di Calcutta all’incontro formativo per i volontari della Confraternita di Misericordia e del Santissimo Sacramento di Porto Santo Stefano, aventi come patrona la beata; il 30 novembre, dopo l’adorazione eucaristica, la preghiera e la lettura di brani tratti dalle parole di Carlo Acutis, alla testimonianza rivolta ai genitori e ragazzi del catechismo – veramente numerosi come non mai - con la presentazione della mostra itinerante su Carlo Acutis, costituita da pannelli che ripercorrono le tappe più importanti della sua vita e della sua spiritualità, che resterà nella chiesa di Santo Stefano fino al 28 dicembre. Durante la messa del 29 novembre abbiamo avuto la grazia della presenza di una reliquia di Carlo Acutis, due frammenti di capelli custoditi in un reliquiario, fattaci pervenire dalla madre Antonia Salzano, che è stata posta accanto ad un ’icona, realizzata dalle monache carmelitane del Cerreto di Sorano, benedetta in questa occasione dal nostro vescovo, che riproduce il giovane beato. Carlo Acutis è nato il 3 maggio 1991 a Londra, vissuto a Milano, e venuto a mancare il 12 ottobre 2006, a causa di una leucemia fulminante di tipo M3, che l’ha portato via in dieci giorni (2-12 ottobre). Nonostante la giovane età,la sua breve vita è stata molto intensa: ha compiuto tanto bene e lasciato una bellissima testimonianza di fede, di santità e d’amore verso il prossimo. Oltre ad essere un bravo figlio,dalla maturità intellettiva ed affettiva straordinarie, è stato d’esempio per i suoi amici di scuola e del tempo libero, che impegnava in diverse passioni e attività di volontariato: suonava il sassofono, giocava a pallone e coi videogiochi, amava guardare i film polizieschi e girare filmini coi suoi cani e gatti; studiava e aiutava i compagni nei compiti; era abilissimo sull’informativa; andava a messa quotidianamente e recitava il rosario ogni giorno; era catechista e si dedicava alla carità verso i più poveri e bisognosi. È stato beatificato il 10 ottobre 2020 nella basilica superiore di san Francesco ad Assisi. Dal 6 aprile 2019 le sue spoglie sono custodite nel Santuario della Spogliazione ad Assisi, inaugurato nel 2017, situato all’interno della chiesa di Santa Maria Maggiore, l’antica cattedrale dove venne probabilmente battezzato san Francesco, che è luogo di culto e di spiritualità: si trova in un monumento bianco e trasparente, posto nella navata di destra, per cui il suo corpo, rimasto intatto nonostante il tempo trascorso, è ben visibile alle centinaia di fedeli che si recano a rendergli omaggio. Il giovane Carlo durante la sua breve ma intensa vita ha realizzato quattro mostre, disponibili su internet (carloacutis.com) e pubblicate in libri: sulle apparizioni della Madonna, sui miracoli eucaristici, su Inferno, Purgatorio e Paradiso, su angeli e demoni. Tra i miracoli eucaristici c’è quello del “miracolo del pane”, compiuto dalla nostra beata, avvenuto ad Ischia di Castro (VT) nel 1802, quando le campagne viterbesi erano in miseria, dove era superiora del convento delle Terziarie Francescane, prima di fondare l’ordine religioso delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento: la Madre Maddalena fece un segno di croce e benedisse la poca farina rimasta in convento unita con tanta acqua, da cui venne fuori sorprendentemente una quantità enorme di pane, che sfamò le sorelle del monastero e la gente di Ischia di Castro per diversi giorni. La nostra beata e Carlo Acutis sono uniti dall’amore per l’Eucaristia, per cui è stato bello ed importante festeggiarli insieme, così da lasciare una bella testimonianza nella nostra comunità parrocchiale, soprattutto ai giovani, ragazzi e famiglie sulla bellezza della santità, a cui siamo chiamati dal giorno del nostro Battesimo, e sull’importanza dell’educazione cristiana. Carlo amava dire che l’Eucaristia era la sua autostrada per il Cielo e che stando davanti al sole ci si abbronza, ma stando dinanzi a Gesù Eucaristia si diventa santi: egli aveva compreso che l’essenza della fede e della spiritualità cristiana stava nell’Eucaristia, presenza reale e sostanziale di Cristo, che permette di vivere in profonda relazione d’amore col Signore. Ha insegnato che è possibile vivere da cristiani, mettendo al centro l’Eucaristica e facendosi dono per il prossimo, perché finché siamo su questa terra possiamo crescere nella carità, che apre le porte alla Beatitudine Eterna di Dio. Ha coniato l’espressione “tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”, così da invitare i cristiani ad essere veri discepoli di Gesù, imitandolo in ogni cosa e facendo la volontà di Dio. Oltre all’Eucaristia, l’altro pilastro che ha sorretto la sua fede e spiritualità è stata la devozione alla Vergine Maria, definita la giusta compagnia con cui percorrere il tratto di strada che va dalla terra al Cielo, e la scala più corta per salire in Cielo. Molto belle ed interessanti sono state la testimonianza e gli spunti di riflessione offerti da Giustino Perilli, sugli insegnamenti di Carlo Acutis e sull’importanza del vivere da cristiani, come evangelizzatori e missionari sulle orme di Cristo e di beati come i due festeggiati. Molto preziosi sono gli scritti e le foto della mostra di pannelli interattivi con audio e video, accessibili dal cellulare, che permettono di conoscere Carlo Acutis, riportati nell’opuscolo “Carlo Acutis. 15 anni di amore e fede” delle Edizioni Palumbi. Come diceva Paolo VI «l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, e, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni»: ringraziamo il Signore per questi giorni di gioia, festa e ricarica spirituale, e per questi due testimoni e maestri di fede e d’amore, che sono un dono prezioso per la Chiesa e il mondo intero ed hanno molto da insegnare alle generazioni di tutti i tempi.

Laura Metrano

 

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