ALZATI, VA' … E NON TEMERE!

"Alzati, va' e non temere" sono parole che nella Bibbia ricorrono molte volte, sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento. Con questa espressione il Signore si fa presente nella vita di una persona per spronarla a ricominciare, per indicarle una direzione, affidarle una missione o incoraggiarla a mettersi in gioco. Per un ragazzo rappresentano lo sprone ad entrare nel dinamismo della vita, della crescita e allo stesso tempo lo aiutano a comprendere la verità più bella per la persona umana: quella di non dover camminare da soli. Con questa esortazione 32 ragazzi tra i 12 e i 15 anni della Parrocchia di Porto Santo Stefano si sono messi in cammino, tra il 4 e l'11 Agosto, accompagnati e guidati da un'equipe formativa composta da un sacerdote, Don Gino, una suora, suor Sira, una catechista e cinque giovani. Il campo scuola quest'anno si è tenuto nei pressi di Assisi, in una cornice estremamente suggestiva poiché lo spirito e il carisma di San Francesco e Santa Chiara permeano profondamente questi luoghi. La metafora che ha accompagnato queste giornate di campo è stata quella dello sport. I ragazzi sono stati invitati a vivere una settimana di allenamento in vista delle "Olimpiadi della vita". Per essere pronti a gareggiare la partita della propria vita è importante allenarsi in varie discipline e farlo insieme ai compagni di squadra. I latini dicevano "Mens sana in corpore sano", proverbio che ricorda che per vivere bene è importante sia nutrire la mente che curare il corpo. Per questo, seguendo il sussidio curato dal Centro Nazionale Vocazioni e dalle Suore Apostoline, i ragazzi si sono confrontati con le Parabole del Vangelo, buon nutrimento per la mente, ma soprattutto per il cuore. Ogni giorno il motto "Alzati, va'…" è stato arricchito da un invito diverso, in modo da compiere gradualmente piccoli passi in preparazione all'accoglimento dell'esortazione più dura "… non temere!". I ragazzi sono stati chiamati innanzitutto a riconoscere la presenza di ognuno nel mondo come un dono prezioso, anche solo per il semplice fatto di esserci. Dunque "Alzati, và … e scopri il dono che sei" perché siamo stati voluti da Dio e siamo stati voluti così come siamo, nonostante le nostre paure e i nostri limiti. Il limite più difficile da superare è rappresentato dall'ascolto di sé stessi e degli altri: ascoltarsi significa sapere cosa c'è nel nostro cuore, quali sentimenti e quali pensieri, ma spesso abbiamo paura di confrontarci con noi stessi e riempiamo la nostra vita di rumori in modo che ci impediscano di sentirci. Questo succede anche con la voce di Dio, ma coprire non vuol dire però cancellare. In questo giorno abbiamo dunque fatto visita alla chiesa di San Damiano, luogo dove San Francesco, dopo aver pregato davanti al crocifisso, lo sente parlare e chiedergli per tre volte di "riparare la sua casa che va in rovina". È stato come se anche san Francesco ci dicesse: << Fai come me! "Alzati, va' .. e tendi l'orecchio">>. L'esortazione "Alzati, va'… e fai ricchi gli altri" ci ha ricordato che la nostra identità e il nostro valore non sono legati alla quantità e alla qualità delle "cose" che possediamo, ma ciò che ci salva quando siamo in difficoltà sono l'amicizia e l'affetto, unici beni che vale la pena accumulare. Per fare questo dobbiamo tenere bene a mente che il nostro modo di relazionarci all'altro è fondamentale. Le parole, ad esempio, non sono uno strumento neutro, ci distinguono, ci formano. Quindi "Alzati, va' … e salta oltre le parole che fanno male" è stato l'invito a comprendere che possiamo sempre scegliere quali parole usare per esprimere ciò che vogliamo dire e a curare le ferite che le parole degli altri possono infliggerci con parole che siano un balsamo per l'anima. In questa giornata in cui il tema centrale è stato quello del perdono, abbiamo visitato la Porziuncola, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, dove, secondo la tradizione, in una notte di luglio del 1216, san Francesco avrebbe richiesto a Gesù e alla Madonna, durante una visione, che fosse concesso il perdono completo di tutte le colpe a coloro che, confessati e pentiti, avrebbero visitato la chiesa. La richiesta, con l'intercessione della Madonna, esaudita a patto che egli si rivolgesse al Papa, come vicario di Cristo in terra, per richiedere l'istituzione di tale indulgenza. È stato inoltre ricordato che il contributo di ognuno è prezioso affinché il mondo diventi un luogo più giusto, più accogliente per tutti. Non bisogna rimanere con le mani in mano, perché qualsiasi scelta quotidiana, anche nel piccolo, può fare veramente la differenza, quindi non aspettare che il mondo cambi da solo, "Alzati, và… e solleva il peso del mondo". La riflessione si è dunque incentrata sul bullismo, piaga pericolosamente diffusa nel mondo dei ragazzi. L'ascolto, la vicinanza, l'amicizia sono le uniche medicine per guarire questa ferita. Infine, preso in esame il rapporto con gli altri, è giunto il momento di esplorare il proprio rapporto con Dio e la preghiera, momento di colloquio fondamentale in cui possiamo sentire più forte che mai la vicinanza di Dio. Quindi "Alzati, và... e muoviti al ritmo di Gesù" e non ti sentirai mai solo. Eccoci dunque pronti ad affrontare le Olimpiadi della vita, tenendo sempre in mente l'incoraggiamento che Gesù, vero e proprio coach in questa grande partita, ci grida quando siamo più stanchi e scoraggiati: "Alzati, va' e non temere". La scelta di queste parole non è casuale: "Alzati" rappresenta l'invito a non accomodarsi, a prendere consapevolezza di sé, dei propri doni e dei propri desideri; "Va'" è l'esortazione a non stare fermi, ad andare sulle strade della vita, ad allargare gli orizzonti fino ad aprirci a quelle realtà che hanno più bisogno del nostro aiuto, della nostra presenza e del nostro amore. "Non Temere!" infine è l'incoraggiamento di cui ciascuno di noi ha sempre bisogno. È la conferma che Colui che ci chiama ad alzarci e ad andare, ci è vicino e ci orienta verso il nostro bene.

Sofia Sartori