I ragazzi della Prima Comunione hanno compiuto, prima di ricevere il Sacramento dell'Eucaristia, il pellegrinaggio ad Ischia di Castro ed a Bolsena, accompagnati dai loro familiari e dalle catechiste, guidati dal parroco don Sandro e dal seminarista John; un «cammino» sulle orme della Beata Caterina Sordini che s'inserisce nel percorso di formazione del catechismo in preparazione al sacramento della Comunione e che costituisce un momento significativo di crescita nella fede, vissuto sempre con gioia, entusiasmo e grande partecipazione, grazie quest'anno anche ad una bella giornata di sole che ha reso più piacevole ogni momento. A motivo dell'ingresso del vescovo, questa volta la gita non è stata realizzata il sabato precedente il 29 novembre, festa liturgica della Beata Maria Maddalena dell'Incarnazione, data prestabilita per vivere più intensamente questa festa, visitando il monastero di Ischia di Castro, dove la giovane Caterina è entrata nel 1788 e ha compiuto la sua formazione religiosa con le Terziarie Francescane, realizzando alcuni miracoli, come la moltiplicazione delle uova e della farina, quest'ultimo detto il «miracolo del pane». Qui è divenuta badessa, prima di formare un nuovo ordine religioso, le monache Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento, indicatole dal Signore in una visione nel 1789; qui ha anche iniziato il suo cammino di santità, facendo dell'Eucaristia il centro di tutta la sua vita. Così, sabato 2 aprile, da Porto Santo Stefano sono partiti tre pullman diretti al monastero dei SS. Filippo e Giacomo di Ischia di Castro, dove ci hanno accolto con grande gioia, affetto e disponibilità le monache adoratrici che nella clausura vivono una vita caratterizzata dal silenzio, dalla preghiera, dall'adorazione, dalla partecipazione alla celebrazione eucaristica e dal lavoro nel monastero. La mattina abbiamo partecipato alla Messa nella chiesa del monastero, dove è posta una statua della beata realizzata ad Ortisei, prendendo spunto da quella di Porto Santo Stefano, anche se con qualche modifica: il volto più giovanile, la mano che indica l'Eucarestia invece di sostenere l'ostensorio e l'immagine del monastero in fondo alla veste. Durante la celebrazione, animata dai ragazzi e dai catechisti, tra i canti è stato proposto la «donna del pane» di don Giosy Cento, originario di Ischia di Castro, dedicato alla beata. Dopo la Messa, abbiamo visitato, con l'aiuto delle monache, i luoghi più significativi: il chiostro, il forno del miracolo del pane e il refettorio della visione. Al termine abbiamo pranzato al sacco, gustando anche il buon rinfresco offerto dalle monache. È seguita la foto di gruppo nel chiostro ed il saluto alle monache, che ci hanno lasciato la serenità e la certezza della loro preghiera per noi e la nostra comunità parrocchiale; anche noi abbiamo promesso di ricordarle nella preghiera. Nel pomeriggio il cammino si è spostato a Bolsena, dove nel 1263 avvenne uno dei miracoli eucaristici più straordinari, a seguito del quale è stata istituita la solennità del Corpus Domini con la bolla di papa Urbano VII dell'11 agosto 1264. Abbiamo ammirato la vista panoramica del lago e passeggiato nel centro storico del paese, per raggiungere e visitare la basilica di Santa Cristina, dedicata alla martire bambina di Bolsena, e le catacombe costruite intorno ai resti della santa. Secondo la tradizione locale, la costruzione della basilica è attribuita alla devozione verso Santa Cristina da parte di Matilde di Canossa e di papa Gregorio VII, il grande Ildebrando di Sovana, che la consacrò personalmente il 10 maggio 1078. Abbiamo visitato la cappella nuova del miracolo, nella quale sono visibili ancora le pietre del pavimento e dei gradini dell'altare macchiate dal sangue prodigioso uscito dall'Ostia nel 1263. Una guida ci ha raccontato i fatti più salienti della vita di Santa Cristina e del miracolo eucaristico, mentre un'altra ci ha mostrato il sarcofago dove erano contenute le spoglie della santa, ora conservate in un'urna nella basilica, l'altare dove è avvenuto il miracolo eucaristico e le catacombe, che costituivano il cimitero della comunità cristiana di Bolsena, raccontandoci la storia delle prime comunità cristiane, le modalità di sepoltura e il significato di alcuni segni e testi riportati sulle pareti. Un pellegrinaggio davvero piacevole e prezioso che ha permesso di visitare i luoghi della nostra Beata, ma anche di scoprire e approfondire alcuni aspetti della storia, dell'arte e della cristianità che hanno nella fede in Cristo il loro centro.
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