Pellegrinaggio giubilare a Roma alla Tomba della Beata Maria Maddalena dell’Incarnazione

Mercoledì 25 settembre, con un numeroso gruppo di fedeli della comunità parrocchiale di Porto Santo Stefano, a capo il parroco don Sandro Lusini, siamo partiti in pellegrinaggio per Roma alla volta del Monastero delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, nel quale si trovano le spoglie della nostra compaesana e Beata, Madre Maria Maddalena delI’Incarnazione, al secolo Caterina Sordini. Il motivo? La ricorrenza Giubilare per i 200 anni dalla nascita al cielo avvenuta il 29 Novembre del 1824: il passaggio della Porta Santa della chiesa di questo monastero è stato il primo atto ufficiale di una giornata veramente straordinaria e ricca di emozioni e carica spirituale.
La madre superiora suor Caterina al nostro arrivo ci ha subito accompagnato in un salone sotto la chiesa per liberarci degli zaini e insieme poi accogliere il nostro amatissimo cardinale Angelo Comastri, venuto direttamente dalla Città del Vaticano, che insieme ai ministranti si è diretto nella sacrestia a prepararsi con gli abiti liturgici e aspettare nella chiesa insieme alle Monache adoratrici l’ingresso ufficiale e solenne dei pellegrini con a capo il sindaco Arturo Cerulli e l’assessore Paola Pucino, il governatore della Confraternita del Santissimo Sacramento della Misericordia del nostro paese Roberto Cerulli e alcuni dei volontari. Dopo l’ingresso accompagnati dal suono dell’organo e un momento di raccoglimento davanti al Santissimo Sacramento esposto sull’altare, tutti i pellegrini si sono radunati intorno al monumento funebre che accoglie le spoglie della Beata e insieme al Cardinale, è stata recitata la preghiera da lui composta appositamente per quest’anno giubilare.
Durante la Santa Messa all’omelia don Angelo, ha ricordato che prima di essere parroco della chiesa di Santo Stefano Protomartire, non sapeva nulla sulla vita di Caterina Sordini e che ha saputo tramite una discendente della suddetta beata, dal nome quasi profetico di Santa Sordini, zelatrice delle vocazioni in parrocchia e proprietaria insieme alla sorella del Forno Sordini, ancora oggi operativo con la gestione dei nipoti. Si è cosi interessato e avendo conosciuto il carisma di Madre Maria Maddalena volle nel 1980 recarsi con un numeroso gruppo di fedeli e le varie autorità del paese per renderle omaggio e portare presso la tomba uno scoglio dell’Argentario sormontato da un ancora in ferro battuto con lo stemma del Comune e dei quattro Rioni. Don Angelo ha sottolineato l’importanza del nome scelto dalla giovane Caterina Sordini, Maria Maddalena dell’Incarnazione che ricorda Cristo fatto uomo in mezzo a noi, ha sollecitato la preghiera, che ormai sta perdendo consenso nelle nostre famiglie e nel mondo. E’ proprio in questo momento che viviamo, tormentati dalle notizie di guerra e di fatti aberranti che bisogna intensificare la preghiera. Don Sandro, a nome della comunità parrocchiale ha donato alle suore una bellissima casula con ricamato il logo della parrocchia e un cesto di prodotti santostefanesi, dagli stinchi di morto ai corogli ngnoranti e il famoso Limoncello della Beata, realizzato da alcune donne della Parrocchia con i limoni provenienti da Cala Grande che durante l’estate viene venduto e il cui ricavato è devoluto alle Monache Adoratrici di Ischia di Castro, paese allora sotto lo Stato Pontificio dove  Caterina nel 1788 accompagnata dal padre Lorenzo entrò per coronare il suo desiderio di consacrarsi al Signore e dove il 19 febbraio 1789 ebbe la visione profetica di fondare un nuovo Ordine monastico dedito all’Adorazione eucaristica perpetua. Dopo il pranzo al sacco consumato nei locali del Monastero, un momento di condivisione fraterna  con le monache e poi tutti in chiesa per l’adorazione al Santissimo Sacramento solennemente esposto. Durante la preghiera, iniziando dalla madre superiora e dopo di lei da altre monache  abbiamo ascoltato le loro testimonianze sulla loro vita, alcune di loro provengono dal Messico e dall’Africa,  e soprattutto l’esperienza della clausura e dell’Adorazione eucaristica. Da ognuna di loro abbiamo percepito e visto con gli occhi la loro gioia, la loro pace!. Al termine dell’incontro, prima dei saluti, abbiamo fatto dono di alcune copie del numero speciale dell’Argentariana, rivista del Centro Studi don Pietro Fanciulli, dedicato alla figura, alla storia, al carisma e all’attualità della  Beata Maria Maddalena dell’Incarnazione in questo anno giubilare a lei dedicato. Lasciato il monastero delle Adoratrici, ci siamo diretti con il pullman all’Abbazia delle Tre Fontane vicino all’Eur, dove di fronte alla statua di S. Benedetto abate accanto alla Porta di Carlo Magno il parroco don Sandro ci ha fatto una erudita spiegazione storica del luogo, ricordandoci della nostra appartenenza come parrocchia, insieme ad altre della zona costiera, alla suddetta Abbazia fino alla fine degli anni ’80, soprattutto ha ricordato la Bolla pontificia di Giovanni Paolo II che il 25 marzo 1981 univa il tratto toscano dell’Abbazia con la diocesi di Sovana-Pitigliano e la nuova Diocesi da allora prendeva il nome di Pitigliano-Sovana-Orbetello. Attualmente alle Tre Fontane esistono due comunità trappiste, una maschile e una femminile.  Oltre alla visita della chiesa abbaziale non poteva mancare la Cappella con il luogo del martirio di San Paolo contrassegnato dalle tre sorgenti oggi incastonate sotto gli altari che ricordano il fatto tradizionale della decapitazione dell’Apostolo delle Genti, la cu testa cadendo avrebbe dato origine a tre sorgenti o fontane da cui successivamente si sarebbe poi sviluppato tutto il complesso monastico. Come ogni pellegrinaggio che si rispetti non potevamo tralasciare la visita al negozio dell’Abbazia e gradire i prodotti dei monaci trappisti, dalla birra al liquore di eucalipto, alle cioccolate, marmellate e caramelle varie, ai prodotti per la cosmesi e ai libri. E così ci siamo rifocillati, chi con un buon gelato, chi con una buona birra trappista o con altre delizie per poter riprendere, con animo soddisfatto e lieto, la via di casa, la via dello scoglio, ringraziando Dio della bellissima esperienza!   
Guglielmo Busonero

 

 

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